LA SICILIA ORIENTALE Itinerario di una settimana – Parte #2: Ragusa Ibla – Scicli – San Lorenzo – Marzamemi

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Itinerario in Sicilia Orientale – parte 2

Ciao! Bentornati! E’ un piacere rivedervi da queste parti! Se state leggendo la seconda parte di questo piccolo diario di viaggio nella Sicilia orientale, molto probabilmente avrete già letto la prima parte, ma se così non fosse, vi consiglio di dare un’occhiata qui 

Nell’articolo precedente vi ho parlato di Taormina e del suo Teatro Antico sospeso tra l’Etna ed il mare; di Ortigia e del suo Castello Maniace, “terra di dove finisce la terra” ; dell’elegantissima Noto e della stupenda Riserva Naturale di Vendicari, dove la tonnara galleggia placida all’orizzonte e sembra di essere in una favola. 

Mettetevi comodi e accompagnatemi nelle ultime tappe di questo viaggio in Sicilia.

Giorno 5 | Scicli (mattino)

Scicli, Scicli, Scicli, Scicli!“…Buongiorno Mondo! 

La giornata parte così, con la voce di una mia carissima amica che sento al telefono tra un croissant al pistacchio ed un cappuccino, per chiederle un consiglio sulle tappe di oggi. E lei, dopo aver analizzato brevemente le mete rimaste nel mio itinerario, mi ripete “Scicli” talmente tante volte che mi convince. Confesso che io Scicli non l’avevo proprio considerata, sarà per il Commissario Montalbano forse, che sembra che tutti vadano lì per vedere il set della serie tv che io non ho mai visto (a proposito, organizzano dei veri e propri tour ad hoc, se vi interessa li trovate qui! n.d.r.) , o magari per via della sua vicina più  famosa (e golosa) Modica…non so davvero bene perché, ma non era in elenco.

La bellezza dei vicoli di Scicli

Però lei ne era così convinta ed entusiasta che non ho potuto darle una delusione non andandoci. E non la ringrazierò mai abbastanza per questo consiglio! 

Il centro storico di Scicli è una meraviglia, un quadro barocco color sole e azzurro, punteggiato dal rosa degli oleandri. Negozi eleganti e ristorantini con gli ombrelloni bianchi ed i tavolini di legno si snodano lungo la centralissima Via Penna. Camminando un po’ oltre il centro ci si arrampica su viuzze sempre più strette e sempre più in salita, per raggiungere quello che sembra a tutti gli effetti un presepe. Sono le Grotte di Chiafura, un quartiere rupestre composto da centinaia di grotte abitate fino all’inizio degli anni ’60,  le cui case hanno ingressi senza porta che visti da quaggiù sembrano bocche spalancate sopra di noi. Ricordano i Sassi di Matera, sia per l’aspetto che per la storia di povertà e rivendicazione che testimoniano. 

” Sopra le ultime casupole di pietra della cittadina, si sale una specie di montagna del purgatorio, coi gironi uno sull’altro, forati dai buchi delle porte delle caverne saracene, dove la gente ha messo un letto, delle immagini sacre o dei cartelloni di film alle pareti di sassi, e lì vive ammassata, qualche volta col mulo.”

(Pier Paolo Pasolini)

Comunque la si voglia vedere, se dal lato estetico ed emozionale oppure dal lato dello studio sociologico, si tratta indubbiamente di un panorama affascinante ed imperdibile.

Attenzione, a differenza dei Sassi di Matera, qui  sinora non è stato fatto purtroppo alcun lavoro di restauro o riqualificazione, e la strada che porta alle Grotte ad un certo punto semplicemente si interrompe, con un cartello di pericolo ed un monito dell’amministrazione comunale a non proseguire oltre. Un vero peccato.

Però non fatevi smorzare l’entusiasmo né da queste mie ultime parole, né dal caldo che probabilmente patirete (a meno che non sia inverno al momento della vostra visita) e arrivate comunque fino a questo cartello: già da qui la vista sotto e sopra di voi sarà magnifica, e pazienza se dovrete tornare indietro, ci sarà sempre una granita al caffè pronta a rinfrescarvi.

MUST SEE in SCICLI [Cosa non perdere durante una passeggiata in centro]: VIA FRANCESCO MORMINO PENNA | PALAZZO SPADARO, PALAZZO BONELLI, PALAZZO CONTI |  PALAZZO BENEVENTANO | GROTTE DI CHIAFURA

Giorno 5 | Ragusa Ibla (pomeriggio)

Ragusa Ibla è in alto. Non in cima a una montagna vera e propria ovviamente,  ma sopra a una collina a circa 400 m di altitudine, quel tanto che basta  – dopo giorni di pianura – per sentire la macchina che si arrampica in salita un po’ faticosamente, e per vedere il panorama che lentamente si apre sotto di noi. E’ un meraviglioso canyon color verde e grano. Sono i Monti Iblei , un altopiano nel quale molti corsi d’acqua hanno scavato meandri e profonde gole nel corso dei secoli.

Quando arriviamo in centro sono circa le 14.00, fa caldissimo e – a parte qualche turista sfinito come noi – sembra proprio che tutti stiano riposando. Facciamo una passeggiata all’interno del meraviglioso Giardino Ibleo, che sorge su uno sperone di roccia. Veniamo accolti e accompagnati nella nostra passeggiata dalle palme,  che una affianco all’altra formano un magnifico viale, che ci conduce ad una elegante balconata dalla quale la vista spazia sui Monti Iblei che ci circondano. Avete presente quei 10 minuti di pace dei quali abbiamo spesso bisogno nel caos quotidiano? Ecco, questo è un luogo da fissare nella memoria, per recuperare al bisogno l’immagine pacifica di questa vista semplice, aperta, verde ed ubriaca di sole.

Ci fermiamo al Caffé al Borgo  per una pausa al gusto di granita al mandarino: stupenda! Qui al nord Italia, da dove scrivo e dove vivo, non l’avevo mai provata! Da oggi in avanti quindi la granita al mandarino per me sarà “la granita che sa di Sicilia”.

Di Ragusa Ibla ricordo soprattutto il silenzio, che accompagna ogni mio passo in centro, lungo la scalinata che sale al Duomo ed in ogni vicolo che percorro. Complice il caldo e l’orario, sembra quasi di entrare di soppiatto a casa di qualcuno che non c’è, avendo tutto il tempo per poterne ammirare ogni prezioso dettaglio, allungando timidamente le dita per toccare tanta bellezza e capire se è vera. Allo stesso tempo un brivido leggero mi corre lungo la schiena, portandomi quella sensazione di fretta mista a paura di essere beccati che rende tutto memorabile nella mente, si da quando eravamo bambini. 

Non posso non pensare a quanto dovrebbe essere bella all’ora del tramonto, ad immaginarmela inondata di rosa e arancio, con tutte le lucine dei locali accesi e mi dispiaccio di non avere abbastanza tempo per restare, però quello che ho visto e queste emozioni la renderanno indimenticabile nonostante tutto. (E la infilo mentalmente nell’elenco dei posti nei quali tornare)

MUST SEE in RAGUSA IBLA [Cosa non perdere durante una passeggiata in centro]: DUOMO E PORTALE DI SAN GIORGIO | LE SCALE che collegano Ragusa Ibla con Ragusa alta | I PONTI | LA CATTEDRALE DI SAN GIOVANNI

SCICLI | LE GROTTE DI CHIAFURA

SICILIA ORIENTALE – SPIAGGIA DI SAN LORENZO | Giorno 6

Giorno 6 | Spiaggia di San Lorenzo (mattina)

Nel nostro B&B di Avola (ve ne parlo qui) c’è un’intera parete di fotografie che mostrano i luoghi iconici di questa parte di Sicilia. Sarà che le idee migliori mi vengono a colazione, complici la crema al pistacchio e la ricotta dolce, ma non riesco proprio a smetter di fissare questa spiaggia bianchissima baciata dal turchese del mare. E così decidiamo di dedicare la nostra mattina all’ozio e alla vita da spiaggia, prima di ripartire per Marzamemi nel pomeriggio.

La spiaggia di San Lorenzo è raggiungibile percorrendo la strada provinciale SP19, che collega Noto a Pachino, seguendo le indicazioni per la località “San Lorenzo”. Si trova appena fuori il confine della Riserva di Vendicari e per la sua bellezza incontaminata e un po’ selvaggia sembra essere il suo naturale prolungamento.

La spiaggia è prevalentemente libera. C’è un lido attrezzato davanti al quale non ci si può sistemare perché gli addetti stanno pulendo e livellando la sabbia per mettere lettini e ombrelloni. In pratica, hanno fatto un gran rumore per qualche ora, bestemmiato con l’attrezzo che avevano in dotazione che continuava a spegnersi e poi sono scomparsi. Siamo arrivati alle 11.00 e alle 16.00, quando abbiamo stabilito di esserci rilassati a sufficienza, ancora non era stato messo nessun ombrellone. 🙂

Verso l’ora di pranzo, in cima alla scarpata che porta in spiaggia, è comparso un furgoncino che vendeva pizzette, arancine e panzerotti che ha richiamato a sé più di metà spiaggia, come api col miele. E’ proprio vero che in Sicilia di fame non è mai morto nessuno! Nel mio panino ad esempio, fatto al momento al banco salumeria del mini-market più mini che io abbia mai visto (ricavato nel garage di una casa, direi…), c’è una fetta di formaggio al pistacchio buonissimo che pesa circa mezzo kg! 

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SCORCI DI MARZAMEMI

SICILIA ORIENTALE – MARZAMEMI | Giorno 6

Giorno 6 | Marzamemi (pomeriggio e sera)

Ed eccomi, finalmente, nel borgo di pescatori più “instagrammato” di tutta la Sicilia Orientale. Da qualche anno le fotografie della sua piazzetta punteggiata da ristorantini deliziosi, colorati e luccianti (il più iconico e famoso è sicuramente la Taverna La Cialoma) mi seguono ovunque e mi rendono vittima del marketing turistico. “Devo vedere con i miei occhi questa bellezza, voglio camminarci dentro, respirare quell’atmosfera…” è tutto quello che mi ripetevo dall’inizio della programmazione del mio viaggio in Sicilia.

E così, eccomi qui. 

Alloggiamo alla Cantina Rudinì, un luogo semplicemente stupendo. Nata nel 1941, è una storica cantina locale dedita alla produzione di famosi vini DOC siciliani: Nero d’Avola, Grillo, Moscato. La nostra stanza, ricavata in una porzione di fabbricato vista silos di fermentazione del vino, è arredata con design moderno ed è comodissima. Ognuna ha il nome di uno dei loro vini. In camera abbiamo trovato come graditissimo omaggio una bottiglia di Porticciolo,  il loro Nero d’Avola, strutturato, profondo ed elegante proprio come la sua terra d’origine, e la nostra camera si chiama appunto Porticciolo.

L’intera struttura è molto elegante, compreso il ristorante, che purtroppo non abbiamo il tempo di provare, ma, complice il caldo di questi giorni, il mattino seguente la colazione verrà servita proprio qui, sotto a queste tende bianche. Della colazione non dimenticherò certamente i mini cannoli siciliani super croccanti da farcire al momento.

Ma torniamo a Marzamemi.

Arriviamo in un pomeriggio di sole, parcheggiamo al limitare del centro (che è ZTL).  Lasciamo l’auto al Parcheggio Sciré (qui le coordinate maps), che costa poco (al tempo della nostra visita 5 € per 24 ore) e si trova proprio al limitare del centro.   

Prima di arrivare alla piazza principale si passa accanto al negozio delle Conserve Campisi, un richiamo irresistibile per me. Intanto perché l’esposizione all’interno è talmente colorata e curata che sembra di stare in un museo, e poi perché, giunta ormai alla fine del viaggio, non posso non portarmi a casa dei souvenir che mi ricorderanno per un po’ di tutte le cose buone che ho mangiato qui. Offrono il servizio di spedizione, ed io ovviamente ne approfitto, che tutto in valigia non ci sta… e poi, volete mettere che bellezza quando tra qualche giorno sarò in ufficio e mi arriverà questo pacco direttamente da Marzamemi a ricordarmi che la felicità esiste e non è poi così lontana?

Il negozio delle Conserve Campisi a Marzamemi

Cosi, dopo aver acquistato un tripudio di pomodorini sott’olio, pesto di pistacchio e filetti di tonno, mi sento pronta ad affrontare quella che spero davvero non si rivelerà una delusione da instagram. Intanto però vi metto qui il link allo shop on line delle Conserve Campisi. Non mi pagano ovviamente, ma se vi volete fidare di me e se avete voglia di sentire la Sicilia, il sole e l’estate in un cucchiaino, il loro paté di pomodoro datterino non potete proprio perdervelo!

Poco prima di arrivare alla piazza principale, fate attenzione alla vostra destra; noterete un vicoletto stupendo. Fermatevi ad osservare  quel bellissimo murales dove i pesci nuotano tra le alghe. Merita una foto! 

Un altro vicoletto elegante vi porterà alla Piazza di Marzamemi. Finalmente posso dirvelo: non è affatto una delusione, ma una delle viste più belle di sempre. Racchiusa tra la tonnara e la Chiesa (dove c’è un matrimonio) si apre questo quadrilatero ornato da ristoranti colorati e curatissimi, che giungono fina al limitare del porticciolo, dove la piazza finisce a sfioro sul mare e barchette di legno colorate galleggiano placidamente.

Ci mischiamo agli invitati al matrimonio, anche loro sono al Bar di fronte alla  Chiesa e bere una spremuta con ghiaccio.

Per stasera ho prenotato in un ristorante proprio sulla piazzetta del porto. La location è stupenda, ed il menù molto originale. Purtroppo non abbiamo mangiato benissimo, quindi non vi scrivo il nome (se volete saperlo per evitare brutte esperienze, scrivetemi in privato e vi risponderò!).

Quello che mi sento di consigliarvi è di prenotare con largo anticipo se non volete rimanere in piedi fino alle 22.00 ad attendere che si liberi un tavolo e di affidarvi alle recensioni di Trip Advisor per la scelta, augurandovi di essere più fortunati di me.

Il ristorante Liccamùcciula, con i libri sui tavolini

Un posto però ve lo consiglio, pur non avendolo provato personalmente, perché l’ho trovato molto carino: Liccamùciula, cucina, libri e bottega. Significa “bambina golosa” in siciliano, e mi affascina perché su ogni tavolino c’è un libro. Propongono pranzi, cene, merende e aperitivi. Cucina tradizionale siciliana con contorno di libri.  Si trova nella piazza principale, di fronte allo stellatissimo La Cialoma. Io me lo segno per la prossima volta, e voi ?

Finisce così una settimana stupenda nella Sicilia orientale. Se non ci siete mai stati, fatevi un regalo e organizzate un viaggio qui. Abbiamo la fortuna di vivere in un Paese meraviglioso, la Sicilia tutta a mio parere è una delle perle più preziose e genuine che esistano in Italia e questa zona è davvero autentica, elegante, ricca di storia e di natura che sanno emozionare.

Spero che questo itinerario in Sicilia vi abbia dato qualche spunto utile per progettare anche il vostro. Se desiderate qualche approfondimento o consiglio, o semplicemente se ci siete già stati e volete parlarne con me, scrivetemi. Vi leggo sempre con gioia.

L’influsso spagnolo è l’ultimo; il primo è greco, il secondo e il terzo sono il saraceno e il normanno; il rinascimento qui ha colpito solo di striscio. Mescolate questi vari elementi culturali con un sole abbacinante, una terra africana, una quantità di polvere e una vegetazione meravigliosa, e avrete la Sicilia.

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