THAILANDIA Un viaggio indimenticabile all’insegna del “Mai Pen Rai”

thailandia mercato gallegiante

*cosa significa “Mai Pen Rai” ve lo spiego alla fine. dell’articolo. Se siete curiosi, potete saltare direttamente a fondo pagina! 

Prima di partire per la Thailandia, ho divorato guide e blog di viaggio, cercando di immagazzinare ogni possibile informazione. Volevo prepararmi al meglio, ma temevo che le aspettative create potessero essere deluse. Ora, a più di due mesi dal rientro, posso dire con certezza che la Thailandia ha superato ogni mia immaginazione. Le emozioni che ho vissuto sono così intense che fatico a trovare le parole giuste per descriverle. Ammiro profondamente chi è riuscito a farlo prima di me, ispirandomi a intraprendere questo viaggio.

Come si può mettere nero su bianco la magia di un popolo che sorride con gli occhi ancor prima che col cuore? Come trasmetto a parole la girandola di colori, sapori e profumi che si respira in un mercato thailandese?  E come vi spiego quanto mi ha fatto sentire piccola trovarmi faccia a faccia con la maestosità di un elefante? Oppure con quanto piacere mi toglievo le scarpe per poter entrare in un tempio, sapendo che là dentro avrei trovato silenzio, pace e penombra, un vero e proprio riposo dei sensi sovra stimolati dal sole e dall’allegria della città tutto intorno?  Lo stupore divertito di vedere i monaci vestiti d’arancio passare dalla preghiera al servire mango fresco nel cortile di un tempio si può descrivere ?

Probabilmente non ne sarò capace, ma nelle righe che seguiranno proverò a servirvi un “centrifugato emozionale” che segue tutte le tappe del mio viaggio, con l’obiettivo di farvi sognare, ma anche di aiutarvi a decidere che sì, la Thailandia è una meta ideale per un viaggio, e che organizzarlo in autonomia è più semplice di quanto pensiate.

BANGKOK | SUKHUMVIT

THAILANDIA: 12 GIORNI DI EMOZIONI TRA BANGKOK, PHUKET E CHIANG MAI

Day #1 BANGKOK, IL MERCATO DI CHATUCHAK   

Dopo un volo intercontinentale e poche ore di sonno, il mercato di Chatuchak è stato un’esplosione di energia. Lampade, bambù, cibo, abiti, arte… un vero e proprio assaggio dell’Asia. Il primo mango sticky rice della mia vita, un pad thai gustoso e l’atmosfera vibrante mi hanno subito conquistata. 

Il Grab che abbiamo chiamato con un click dall’app e che ci è venuto a prendere in hotel per portaci sino a qui aveva un Budda-santino appeso allo specchietto retrovisore. Lo guardavo ipnotizzata, mentre i miei occhi stanchi si riempivano di architetture naïf di cavi elettrici, di quelle che speri che non salti mai la corrente a casa tua, che trovare il cavo da riparare deve essere un vero casino.

Grab qui in Thailandia è il corrispettivo del più noto Uber occidentale, e permette di spostarsi facilmente e in modo sicuro ed economico per tutto il paese. Scaricatevi l’app !

Day #2 PHUKET  Phukhet si raggiunge facilmente con un volo interno da Bangkok. I voli interni (Thai Airlines o Air Asia), soprattutto se prenotati con anticipo, sono piuttosto economici e permettono di ottimizzare i tempi se si hanno pochi giorni a diposizione. Ai controlli di sicurezza al gate dell’ aeroporto di Bangkok avevo davanti due monaci. Non li ho fissati troppo per non essere maleducata, ma la loro presenza contrastante con la struttura di design futurista che ci circondava mi ha ricordato di essere in un Paese fatto anche di contrasti forti, e che forse proprio il buddismo contribuisce a fare dei thailandesi un popolo lieve e gentile

Il traffico è terribile anche a Phuket, ma rimanere imbottigliata nel traffico mi ha permesso di guardarmi intorno con attenzione.  L’ “arte” dei cavi elettrici è una costante a cui piano piano ci si può abituare.

Abbiamo passato il pomeriggio a rilassarci a Kata Beach, dove al tramonto, le long tail boat diventano sagome nere che si stagliano contro a un cielo che si dipinge di arancio. Una ragazza mi ha gentilmente prestato il suo lemure per una foto. O meglio, avrebbe voluto essere pagata, ma avevo lasciato i soldi in hotel. Mi ha vista così innamorata di quel musetto che non ha avuto il coraggio di negarmela, anche se gratis. Il lemure asiatico è morbido ed ha i polpastrelli forti, mi si è avvinghiato al braccio e si è messo a dormire. È stato talmente dolce che ho passato il resto del viaggio a cercare di capire come portare illegalmente un lemure in pianura padana, senza ovviamente riuscirci (per fortuna del lemure). Passeggiando per le strade di Kata dopo cena, ho assaggiato i Banana pancacke, che sono buonissimi e che vi stra-consiglio! 

Day #3 PHUKET OLD TOWN | FOOD TOUR 

Forse in molti saprete che la cucina thailandese è rinomata e appassionata, affonda le sue radici in una commistione di razze ed etnie. E forse molti, come me, avranno un’idea solo vaga, superficiale e occidentale di cosa sia realmente un sapore “thai”.

Grazie alla simpaticissima Cat di A Chef’s Tour , abbiamo partecipato ad un food tour divertentissimo nella meravigliosa Old Town di Phuket, con le sue stupende casette a schiera in stile sino-portoghese tutte colorate.

Siamo entrati nei migliori ristoranti local, di quelli che nessun europeo sano di mente considererebbe per un pasto (e se anche fosse, non saprebbe cosa ordinare), ho conosciuto proprietari, cuochi e camerieri instancabili e sempre pronti a sorridere, ho imparato a dire “grazie, ciao, buonissimo” in thailandese, ma soprattutto ho mangiato molto bene! Dieci piatti tipici, dal salato dei curry chicken pops, ricetta segreta che ha 70 anni di vita, al dolce dei biscottini al cocco accompagnati al the di riso che ci sono stati serviti in una sorta di sala da thè inglese (ricavata in una casa tipica rimasta intatta ancora oggi).

Sono convinta che la capacità di amare di un popolo passi anche per il suo modo di cucinare, ecco perché in Thailandia mi sono sono sentita così felice.

Day #4 PHI PHI ISLANDS, MAYA BAY  Con questa gita ho finalmente cancellato una riga della mia lista “Cose da fare/vedere prima dei 50 anni”.  La natura sa fare cose meravigliose, così come l’uomo, anche senza impegnarsi molto, sa essere stupidamente distruttivo. E’ il caso di Maya Bay, che dopo l’effetto “The Beach” con Leonardo Di Caprio, è stata vittima di overtourism selvaggio che ha rischiato di compromettere per sempre il suo ecosistema.

Maya Bay è tuttora un paradiso in terra, nel quale si riproducono gli squali pinna nera. Ora è chiusa alla balneazione, ma è possibile stare in spiaggia ed entrare in acqua solo fino alle caviglie. Credetemi, sembra poco, ma è sufficiente per godere della sua immensa bellezza.

Le Isole Phi Phi sono caratterizzate dalle iconiche e immense scogliere calcaree ricoperte di foresta tropicale, contano molte baie incantevoli, acqua azzurra, spiagge bianche e farinose. Passare una giornata qui è come vivere in un sogno. Ah, su alcune di queste ci sono anche delle scimmiette buffe e dispettose che, per la cronaca, nuotano e pescano benissimo.

A Phi Phi Don non perdetevi la vista dall’alto del view point. La camminata è un po’ ripida, ma ne vale assolutamente la pena. Noi abbiamo scelto di fare una levataccia (prelievo in hotel alle 5 am) per poter arrivare a Maya Bay prima di tutti gli altri turisti e godercela nel silenzio mattutino. Se vi interessa l’escursione, tra l’altro in italiano, cliccate qui 

Day #5 PHUKET, BANANA BEACH E SURIN BEACH 

Oggi ci dedichiamo ad esplorare la parte nord di Phuket.  Ci sono spiagge affollate di ombrelloni che assomigliano a Rimini, come Surin Beach (eccetto per l’acqua cristallina e le palme sullo sfondo ovviamente) e spiagge nascoste da un sipario intricato di foresta tropicale, come la stupenda Banana Beach.

In entrambi i casi, la sabbia è dorata e l’acqua calda, limpida e azzurra. Il Mare delle Andamane è dispettoso e divertente, a tratti le sue onde diventano imponenti e ti schiaffeggiano di schiuma, più spesso ti permettono di scivolare mollemente sopra di loro come in una danza. Oggi  la giornata è dedicata al riposo.

Vi consiglio di capitare a Surin Beach per l’ora di pranzo: alle spalle della spiaggia ci sono moltissimi bar e ristoranti dove si mangia benissimo. Noi abbiamo pranzato con i piedi letteralmente affondati nella sabbia. 

Day #6 CHIANG MAI, WAT PHRA SINGH, LEZIONE DI CUCINA A CASA DI ARM  Anche a Chiang Mai si arriva un comodo volo interno da Phuket.  Il nostro hotel è stupendo ed è in pieno centro a Chiang Mai (trovate il suo nome, oltre a tutti gli altri testati e consigliati personalmente nella guida in pdf che ho scritto apposta per voi, la trovate a fine articolo).

Il Wat Phra Sing è il primo tempio che visito qui in Thailandia, perciò nella mia memoria avrà per sempre un posto speciale. Entro a piedi nudi, mi siedo a terra di fronte ad un grande Budda dorato. Osservo con curiosità i monaci vestiti di arancio benedire, pregare, chiacchierare tra loro in zone più appartate del complesso. Il profumo di incenso è avvolgente. C’è una stupa dorata immensa, e ci sono le campane. È bellissimo, anche se sento di non riuscire ad andare oltre la superficie e avverto forte il bisogno di saperne di più. 

Nel pomeriggio il simpatico Sig. Arm di Small House Cooking Class ci accompagna al Kom market. Facciamo la spesa insieme per acquistare l’occorrente per la lezione di cucina che seguirà. I colori e i profumi del mercato sono una girandola di meraviglia e stupore, c’è frutta mai vista prima (buonissima tra l’altro! La Sugar Apple è la mia preferita! ) e hanno degli accrocchi giranti sui banchi che con semplicità geniale tengono lontane le mosche.

A casa di Arm c’è un giardino profumato nel quale coltiva erbe e spezie. Ci si toglie le scarpe prima di entrare, e per la prima volta in vita mia cucino scalza. Ancora non riesco a decidere se il mio preferito sia il pad thai o il khao soi, con i suoi sfiziosi noodles fritti a guarnizione. Comunque sia, scopro l’esistenza di ingredienti vegetali a me sconosciuti fino a poco prima di iniziare, e mi lascio avvolgere dai profumi tipici che si sprigionano proprio dalle mie mani, dal mio fornello.

A fine cena Arm ci offre una tisana di lemongrass, dice che ci aiuterà a dormire e io ci spero tanto, che il jet è difficile da smaltire.

Concludiamo la giornata con una passeggiata serale a Chiang Mai, che ci da la buonanotte illuminandosi a festa in attesa di capodanno (il nostro, che loro qui sono già nel 2567, n.d.r. ).

Day #7 CHIANG MAI, COCONUT MARKET , WAT LOKI MOLI, WAT PHA LAT, WAT PRATHAT DOI SUTHEP

Non pensavo nemmeno che potesse esistere un mercato in una piantagione di cocco, e invece può!

Il Coconut market di Chiang Mai si tiene solo nel weekend ed è un posto praticamente perfetto dove fare acquisti: qui la qualità delle merci è decisamente superiore a quella di tutti gli altri mercati che ho visitato, c’è molto artigianato locale e poca roba importata dai vicini cinesi. Si possono scattare moltissime fotografie ed è piacevole mangiare qualcosa in questa cornice originale.

Sulla via del ritorno, ci fermiamo al Wat Lok Moli, un tempio che è un’ esplosione di colori, oro ed elefanti. Dovendo scegliere tra tanti templi, questo va visto sicuramente. 

Nel pomeriggio una guida a dir poco improbabile ci viene a prendere in hotel e ci accompagna al Wat Pha Lat, un tempio avvolto nella foresta tropicale dalla cui cascata si specchia la montagna e si vede tutta la città, come in un film. La leggenda narra che sia stato costruito proprio in questo luogo perché è qui che l’elefante che portava sulla schiena una reliquia del Budda si è fermato a riposare.

Proseguiamo visitando il Wat Pratath Doi Suthep, in cima alla montagna. Si sale facendo circa 600 scalini affiancati da un corrimano a forma di dragone e quando si arriva in cima l’unica cosa che si può fare è meravigliarsi più e più volte ad ogni scorcio. Quando tramonta il sole si accendono le luci, e tutto quell’oro e quelle pietre brillano ancora di più creando un’atmosfera davvero magica. C’è anche una pagoda dalla quale ammirare la vista imperdibile di Chiang Mai tutta illuminata.

Nota: la visita l’avevo prenotata dal sito di Get Your Guide, ma non vi lascio il link perché non mi è piaciuta la guida. Ad ogni modo, se non avete la macchina e volete (dovete!) visitare questi due templi, partecipare a una visita guidata è un buon modo per farlo ottimizzando tempi e costi. Su Get Your Guide ce ne sono molte, con vari orari e prezzi, sono certa di essere stata semplicemente sfortunata io. 

Day #8  CHIANG CHILL ELEPHANT SANCTUARY, CHIANG MAI SATURDAY NIGHT MARKET

Circondato da verdi risaie terrazzate, nel fresco della collina sopra a Chiang Mai, c’è un piccolo paradiso per elefanti. Si chiama Chiang Chill . Il loro motto è ” dove gli elefanti possono semplicemente fare gli elefanti”. In effetti le quattro elefantesse che vivono qui sembrano decisamente a loro agio. Hanno a disposizione un fiume nel quale rinfrescarsi, tanta vegetazione e un guardiano speciale a testa che le accompagna e accudisce.

Qui si fa trekking nella giungla per avvistarle nel loro ambiente naturale, poi si tagliano canna da zucchero e banane per loro.  Questo mix goloso viene inserito in speciali tubi di acciaio forati e poi si attende che gli elefanti vengano a fare merenda. Scendono dalla collina come giganti buoni, arrivano proprio di fronte a noi, infilano le proboscidi nei fori ed iniziano a mangiare.

Non avevo mai visto un elefante così da vicino prima, ed è stato davvero molto emozionante. Lo sapevate che quei piccoli pois rosa che gli elefanti asiatici hanno sulle orecchie e sulla proboscide compaiono solo con l’avanzare dell’età ? I cuccioli non li hanno.

ATTENZIONE: Se volete visitare un santuario davvero etico, per favore, visitate questo, o uno nel quale, come qui, l’interazione uomo-elefante sia giustamente vietata.

La domenica sera a Chiang Mai c’è il Sunday night market. Non avevo idea di quanto potesse essere grande, vissuto, profumato e caleidoscopico un mercato. Più di un km di bancarelle di artigianato, cibo, arte e abbigliamento si susseguono ininterrottamente, riempiendomi gli occhi di colori. Contrariamente a quanto può sembrare, è sì affollato, ma qui anche la folla sa essere ordinata ed educata, forse anche i turisti si adattano al modo di vivere lieve dei thailandesi e non avverto mai sensazione di claustrofobia né voglia di andarmene.

Lungo la strada del mercato c’è il Wat Pan On, un tempio che per l’occasione si trasforma nella food court del mercato. Zeppo di bancarelle di cibo, non riusciamo a resistere e ceniamo qui assaggiando molte cose. Gli insetti no, sono fotografatissimi, però onestamente non ho visto nessuno addentare uno scorpione. 

Day #9-10  AYUTTHAYA, BANGKOK SUKHUMVIT 

Ayutthaya, l’antica capitale del Siam (oggi Thailandia), è architettura e storia. È la dimostrazione di quanto fanno male le guerre e le bombe, come ad esempio quelle birmane che hanno fatto crollare gran parte di questi templi. Chissà che bellezza dovevano essere un tempo!
Mi accontento di respirare fascino e magia, e di fare bellissime foto.

E soprattutto mi chiedo come abbia fatto quel ficus artista ad inglobare la testa del Budda e farne un’opera d’arte. Non la trovate bellissima anche voi?

La sera ceniamo nel quartiere di Sukhumvit a Bangkok:  è un susseguirsi di grattacieli moderni, ma la gestione dei cavi elettrici è incredibilmente la stessa dei paeselli di Phuket. Qui però c’è anche Soi Cowboy, con le luci rosse e le signorine mezze nude ammiccanti ai lati della strada.  Abbastanza triste se volete la mia opinione, ma comunque caratteristico e da vedere se capitate in zona. Nelle vie limitrofe ci sono numerosi pub e cocktail bar dove ci si può fermare a bere qualcosa

Day #11 MAEKLONG RAILWAY MARKET, DAMNOEN SADUAK FLOATING MARKET, MAHANAKHON SKYWALK, NAVIGAZIONE NOTTURNA SUL FIUME CHAO PRAYA Oggi ho collezionato una serie di emozioni bellissime. Subito dopo l’alba ho atteso un treno in una stazione desolata, ho fatto per un po’ compagnia al macchinista davanti – nonostante il penzolante e minaccioso cartello “no entry” – ed ho potuto vedere coi miei occhi l’affanno degli ambulanti di Maeklong nel raccogliere la loro merce dai binari al nostro arrivo. Con altrettanta fretta hanno rimesso tutto in mostra quando il treno si è fermato, pronti a riprendere la loro attività.

Il mercato sui binari di Maeklong è pro-turista e pieno di souvenir, ma nei vicoli laterali ho trovato pesce, carne, frutta e acquirenti locali.

Al mercato galleggiante di Damnoen Saduak prendiamo una barchetta a remi con un ombrellone colorato a farci ombra che ci porta in giro per i canali.  Ci sono soprattutto cibo e souvenir, ma anche qualche ottimo negozio di arte. Una barchetta passa accanto a noi con un cartello: “gelato al cocco”. Non resisto, chiedo al nostro “capitano” di avvicinarsi e ne compro uno: è buonissimo! Dopo il giro in barca, passeggiamo un po’ tra le vie del mercato, e incontro una ragazza che mi fa coccolare  per 10 minuti un piccolo lemure (non gratis, ovviamente!). Mi sono innamorata della sua cucciolitudine! 

Alle 17.00 il sole inizia a tramontare a Bangkok, e noi abbiamo prenotato l’ingresso al Mahanakhon Skywalk (lo potete fare anche voi qui), che con i suoi 314 metri d’altezza è il grattacielo più alto della Thailandia. Il tramonto dal suo 78° piano mi fa l’effetto di una piccola poesia con la quale Bangkok si prepara a dirci buonanotte.

Andiamo a cena al grande centro commerciale Asiatique, the Riverfront. Il traghetto per raggiungerlo  parte dal molo Saphan Taksin ed è gratuito. Vale la pena navigare sul fiume Chao Praya – che attraversa Bangkok – per vedere il suo skyline futuristico tutto illuminato e la grande ruota panoramica dell’Asiatique: si riflettono sul fiume dipingendo una moltitudine di stelle cadenti. Questa sì che è una notte buona per esprimere un desiderio.

Day #12 PALAZZO REALE DI BANGKOK, WAT PHO, CHINA TOWN, PARCO LUMPHINI 

Il nostro ultimo giorno qui non ha il sapore nostalgico tipico degli  ultimi giorni, probabilmente perché il nostro volo partirà alle 2 di notte e abbiamo tutta la giornata davanti. Dopo colazione prendiamo un tuk tuk, che è il mio mezzo preferito: è agile, si muove facilmente nel traffico, permette di guardarsi intorno e soprattutto non c’è quella maledetta aria condizionata che Grab e taxi si ostinano a sparare freddissima. In mezz’ora di tuk tuk nel traffico di Bangkok si fuma circa un pacchetto di sigarette di smog, ma è un piccolo dettaglio trascurabile. 

Arriviamo a Palazzo Reale. Fa caldo, c’è una marea di gente e ci sono mappe e guide in tutte le lingue del mondo, tranne in italiano. Il vago senso di fastidio che inizio a provare, scompare davanti alla preziosità e alla magnificenza di questi templi. Sembra di camminare in una favola e scopriremo che in fondo, nonostante le mappe, le guide e gli itinerari suggeriti, la cosa migliore da fare è passeggiare senza meta lasciandosi letteralmente rapire da ogni scorcio.

Il Wat Pho è il tempio del Budda Sdraiato. 46 metri di lunghezza e 15 di altezza. Il tempio è stato costruito intorno al Budda e non il contrario. Così si cammina lungo un colonnato che permette di vederne un pezzo (di oro) alla volta.

A Chinatown ci sono bancarelle di amuleti e oggetti portafortuna cinesi in genere. Il rosso, che è il loro colore sacro, predomina. Grandi insegne al neon incorniciano lo skyline, con gli immancabili cavi elettrici “artistici”. Le bancarelle vendono cibo ovunque, e ci sono ristoranti e negozi improbabili a bordo strada. Qui a Bangkok la Chinatown è autenticamente cinese. Bellissima.

Salutiamo Bangkok, e la Thailandia tutta, con una passeggiata al Parco Lumphini. E’ un immenso parco pubblico. Ciò che lo distingue da tutti quelli già visti è lo sfondo di palme da cocco e grattacieli che si riflettono nel suo lago. E il fatto che senza nemmeno troppo sforzo è facilissimo imbattersi in qualcuno dei tanti varani che abita qui. Noi abbiamo assistito a una vera e propria lotta tra due di loro per un pesce, sembrava di assistere a un documentario in diretta. Sono certa che senza nemmeno dover essere particolarmente pazienti, riuscirete ad assistere ad una scena simile anche voi se lo visiterete. 

PALAZZO REALE BANGKOK 2
Mahanakhon Skywalk al tramonto
MAYA BAY | PALAZZO REALE BANGKOK | MAHANAKHON SKYWALK

THAILANDIA: MAI PEN RAI, UN VIAGGIO PER IMPARARE A VIVERE CON LEGGEREZZA

Se vi capitasse di pestare accidentalmente il piede a qualcuno nella folla di un mercato thailandese, non preoccupatevi. Un semplice “Mai Pen Rai” risolverà ogni imbarazzo. Questa espressione, che significa “non importa”, è molto più di una semplice frase: è una filosofia di vita.

“Mai Pen Rai” incarna la capacità di lasciar andare le preoccupazioni, di accettare le cose come sono e di vivere il presente con serenità. Durante il mio viaggio in Thailandia,, ho imparato che “Mai pen rai” non è solo un modo per minimizzare i problemi, ma anche un invito a godersi la vita con leggerezza e ottimismo. In un mondo sempre più frenetico e stressante, questa filosofia ci insegna a rallentare, a non prenderci troppo sul serio e a ricordarci che è semplice trovare la bellezza nelle piccole cose se solo ci fermiamo ad osservarle.

La prossima volta che mi sentirò sopraffatta dalle preoccupazioni, mi ricorderò di sorridermi e di dirmi  “mai pen rai” , per cambiare prospettiva. Sono grata alla Thailandia e al suo popolo non solo per avermi riempito gli occhi di bellezza e il cuore di emozioni, ma anche per avermi donato la possibilità di vedere la vita da questa prospettiva.

Auguro a tutti voi di poter vivere un giorno la stessa emozione e di imparare la stessa lezione. 

IL MIO ITINERARIO DI VIAGGIO IN THAILANDIA | LA MIA GUIDA PER VOI

Per aiutarvi a pianificare il vostro viaggio, ho creato un itinerario dettagliato con tutte le tappe imperdibili, i consigli su dove mangiare e dormire, e le escursioni da non perdere.

Potete scaricarlo e usarlo come meglio volete, invertendo l’ordine delle tappe, aggiungendone se – beati voi – avete più tempo a disposizione, o togliendone.  Ho indicato tutto quello che a mio parere non potete proprio perdervi se visitate la Thailandia per la prima volta.

Potete scaricarla gratuitamente cliccando qui

Potete sfogliarla gratuitamente cliccando qui

Se l’itinerario vi è piaciuto, lasciate un commento qui sotto, vi leggo sempre con gioia. E soprattutto condividetelo con i vostri amici

“Mai pen rai”, e che la serenità vi accompagni sempre !

"Liberarsi di un peso, alleggerirsi, essere in pace con il distacco. Quest'ultima è la definizione più comune ed importante. Ploang, verbo che indica l'approccio buddhista alle avversità e alle delusioni... la ricetta thailandese per l'appagamento, un modo di vivere le cose..."

ISPIRAZIONI DI VIAGGIO

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